| Daniel Radcliffe torna al cinema in versione horror con “the woman in black”

Daniel Radcliffe torna al cinema in versione horror con “the woman in black”

Per molti di noi il volto di Daniel Radcliffe legato, e forse lo sarà per sempre, al personaggio che ha interpretato in otto film, con il quale è cresciuto e con il quale siamo cresciuti. Naturalmente stiamo parlando di Harry Potter.

Come tutti sapranno la saga di Harry Potter, anche la versione cinematografica, si è ormai conclusa e per ora non si parla ancora di sequel.

Gli amanti di tutto quello che gira attorno al mondo del piccolo maghetto sicuramente non si saranno fatti scappare l’occasione di andare al cinema per vedere la nuova interpretazione dell’ormai ex Harry Potter.

The woman in black

The woman in black


“Woman in Black” come prova d’attore

Il film, che attualmente vede sul grande schermo il giovane Daniel Radcliffe, è un horror dal titolo “Woman in Black”.

Prima di raccontarvi le nostre impressioni su questo film vi anticipiamo che, alle volte, durante la visione del film, è complicato far uscire il personaggio di Radcliffe dai panni di Harry Potter. In molte scene vi chiederete come mai non tira fuori la bacchetta, o vi chiederete dove sono i suoi occhiali o la sua inconfondibile cicatrice a saetta.

Ma concentriamoci sul film. Il giovane Radcliffe come debutto post Harry Potter ha scelto un film dai toni decisamente noir che, almeno dalle presentazioni, promette alti gradi di paura.

Il protagonista, interpretato da Daniel Radcliffe, è un giovanissimo avvocato, papà e per giunta vedovo. La storia è quella di fantasmi con tutti gli ingredienti del caso: epoca vittoriana, una casa immersa in una zona paludosa, strane morti, porte che si aprono e cigolii sospetti. Pare non manchi niente al lavoro del regista James Watkins, e pare anche che gli ottimi incassi in Usa e Uk lo confermino.

La Hammer riprende vita

Il successo al botteghino è parso davvero inaspettato anche alla rediviva Hammer, casa di produzione britannica che tra gli anni ’50 e ’70 forgiò veri e propri maestri del genere Horror.

Senza nulla togliere alla tradizione cinematografica britannica nel campo dell’horror a nostra opinione forse così tanto successo è dato più che altro dal nome del protagonista più che dall’effettivo valore di questa pellicola.

L’operazione di sdoganare il giovane attore da un ruolo che ormai gli si era cucito addosso è riuscita, ma quello di renderlo credibile come attore forse in questo caso è riuscita un po’ meno. Naturalmente non è colpa sua ma più che altro crediamo che il problema principale di questo film sia la trama debole, scontata e un po’ confusionaria. A tratti non si capisce il filo del film e si ha l’impressione che l’intero svolgimento sia funzionale alla presenza, o meno, di Radcliffe sulla scena.

L’idea di far paura “alla vecchia maniera”, niente splatter, niente sangue, smembramenti e similari, giocando solo sulla tensione che va via via creandosi nello spettatore, non sembra sia resa al meglio. L’idea di ricreare ambientazioni che in qualche vaga maniera potessero ricordare i romanzi di Edgar Allan Poe a nostra opinione è miseramente fallita, nonostante la casa vittoriana abbandonata in una palude ricca di oscure presenze.

Horror alla vecchia maniera

The woman in black - Daniel Radcliffe dopo Harry Potter

The woman in black - Daniel Radcliffe dopo Harry Potter

Nella prima scena del film vediamo tre ragazzine che si suicidano, insieme, buttandosi da una finestra. Non ne capiamo il perché e il film va avanti. L’attenzione si sposta immediatamente sul giovane avvocato che viene mandato dal suo datore di lavoro in un lontano villaggio per occuparsi delle scartoffie di una vecchia villa ormai disabitata da tempo. In questa villa pare sia morta una donna in situazioni piuttosto oscure.

Come da tradizione l’ospite non viene accolto nel migliore dei modi nel piccolo villaggio e nessuno lo aiuta nello svolgere il suo lavoro, anzi pare che tutti siano spaventati da questa villa isolata in una palude. Naturalmente ci mettiamo poco a comprendere che la chiave di questo film è proprio la casa che con lo svolgimento successivo darà prova di essere infestata dai fantasmi.

Vedremo quindi comparire fantasmi della giovane donna scomparsa, di bambini morti in situazioni non ben chiare, tutto al cospetto del giovane avvocato che deve cercare di dare un senso sia alle scartoffie che a tutto quello che gli sta capitando.

Naturalmente, essendo un film horror, vi abbiamo raccontato fin troppo. Nonostante non lo si reputi un gran lavoro cinematografico non vogliamo certo togliervi il piacere di andare a vederlo al cinema. Vi possiamo solo anticipare che il giovane avvocato ha deciso che il suo piccolo figlio di tre anni dovrà raggiungerlo nel villaggio per un weekend.

Un film scontato, una ghost story scontata

Cosa salvare di questo film? Di sicuro l’ambientazione e l’aspetto gotico. Purtroppo per tutto il resto dobbiamo dire che i ritmi sono decisamente lenti e per lunghe parti sembra non succeda proprio niente. Ogni tanto c’è qualche colpo di scena che movimenta la storia ma se siete amanti dei film horror riuscirete a capire prima quando il colpo di scena sta per arrivare, smorzandone completamente l’effetto. Anche la storia in se non ha molto di originale, niente che non sia già stato affrontato più e più volte: donne che impazziscono, case infestate, bambini che muoiono in maniera inaspettata. Fino alla fine ci aspettiamo una sorta di piano diabolico che smuove il tutto, ma purtroppo non arriverà mai.

Ci spiace dirlo ma questo film lo bocciamo completamente, nonostante il grande amore che nutriamo per Daniel Radcliffe.



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