| ER MEDICI IN PRIMA LINEA: La serie televisiva madre di tutte le medical series

ER MEDICI IN PRIMA LINEA: La serie televisiva madre di tutte le medical series

Serie televisiva Er

Cast delle prime serie di "Er - Medici in prima linea"

Molteplici sono stati negli anni i tentativi di copiare la medical series più famosa d’America, alcuni ben riusciti, altri visivamente mal scritti e pensati; certo è che “ER – Medici in prima linea” resta indubbiamente la madre di tutte le serie televisive a sfondo medico. 

Creata dallo scrittore Michael Crichton, prodotta dal 1994 al 2009 e ambientata nel policlinico universitario di Chicago, il County General Hospital, ci ha appassionati per ben quindici stagioni e rivedendola ora, a distanza di due anni dall’ultimo episodio e di ben diciassette dalla messa in onda dell’episodio pilota, non risulta difficile notarne la superiorità rispetto alle attuali serie televisive, italiane, ma anche straniere.

I Medici in prima linea meglio di “Doctor House”

Non c’è “Doctor House” che tenga, né tanto meno “Grey’s Anatomy” in grado di competere alla perfetta scrittura di Crichton e alle geniali riprese cinematografiche di Steven Spielberg che ha dimostrato come anche un prodotto televisivo, se ben fatto possa essere di ottima qualità. E questa non manca né a livello di scrittura del soggetto o della sceneggiatura, sempre accattivante, competente e precisa, ricca di suspense, ma anche di quella leggerezza che ogni tanto non guasta, soprattutto quando il soggetto è quello di una squadra di medici del pronto soccorso costretta a fare i conti, ogni giorno, con le più disparate e dolorose storie.

La carta vincente sta proprio nella scelta di creare il tutto all’insegna della qualità: di non limitarsi al confezionamento di un serie televisiva da considerare come qualcosa di inferiore rispetto a quello cinematografico; ma al contrario nella decisione di provare a trasportare capacità e qualità del cinema alla televisione, sia a livello di regia e scrittura che recitativo.

Quando si parla di serie televisive, soprattutto italiane, ci vengono in mente prodotti molto scadenti, banali e soprattutto “recitati male”, una sorta di palestra per giovani attori (quando ci va bene, quando ci va male si tratta di protagonisti che non sanno nemmeno cosa significhi “fare l’attore”) che hanno bisogno di farsi notare e conoscere sfruttando la visibilità che la televisione è in grado di dar loro.

George Clooney in ER medici in prima linea

George Clooney, ovvero il pediatra Doug Ross

George Clooney, il pediatra Doug Ross

Se pensiamo a ER pensiamo a George Clooney, che è vero all’epoca del primo episodio non era quello di oggi; pensiamo a Noah Wyle nei panni del giovanissimo tirocinante John Carter, il burbero Benton, ovvero Eriq La Salle o Anthony Edwards che per ben otto stagioni ha dato voce e corpo al Dottor Green. Se pensiamo a loro ci stacchiamo subito dall’idea di attori da serie televisiva che ci hanno purtroppo inculcato le nostre banali fiction, e notiamo fin da subito una particolare cura nello studio e sviluppo del personaggio.

Er medici in prima linea era ricca di quell’adrenalina e di quella tensione capaci di mantenere lo spettatore incollato allo schermo mentre cerca di identificare tutte quelle indicazioni mediche che si ritrova di fronte nel momento in cui i protagonisti tentano di salvare vite umane. Se pensiamo a Er ci vengono in mente medici a cavalcioni sui pazienti mentre praticano loro il massaggio cardiaco, corridoi come piste da atletica per infermieri in trepidazione da una sala emergenza all’altra e tale ricordo è stato ed è ancora talmente vivo in noi che sfido chiunque, soprattutto chi ha iniziato a vederlo in età molto giovane, a negare di aver pensato, anche solo per un attimo, che tutti gli ospedali funzionassero così.

Tutto questo non lo ritroviamo in Grey’s Anatomy ad esempio in cui piuttosto che l’aspetto tecnico e medico prevale quello sentimentale. Non c’è più l’eterna storia d’amore tra il pediatra Doug Ross e la capo infermiera Carol Hathaway, che si snoda episodio dopo episodio, caso dopo caso, senza mai prendervi il sopravvento; c’è un equilibrio perfetto tra il filo conduttore del pronto soccorso e del duro lavoro dell’equipe medica e le storie personali che fanno inevitabilmente da sfondo al tutto.

C’è una capacità di scrittura che nasce soprattutto dalla scelta precisa di non far prevalere la sfera privata di personaggi su quella lavorativa o viceversa, ma di farle convivere in modo da tenere lo spettatore sulle spine fino all’ultimo. Rivedere oggi le prime serie di Er aiuta a capire perfettamente anche tutte quelle medical series che sono venute dopo, a coglierne le differenze e a capirne la superiorità o l’inferiorità dell’una rispetto all’altra. Non si può fare a meno di considerare le prime stagioni della più longeva medical series come le migliori nel loro genere, ma anche in modo più ampio, nel genere della fiction e delle serie televisive. É sempre e solo una questione di qualità che non bisogna escludere a priori nel momento in cui si parla di prodotti televisivi.

Perfezione cinematografica

ER medici in prima linea

Brindisi del cast il giorno delle ultime riprese

Er medici in prima linea è stato uno dei più grandi prodotti della storia televisiva proprio perché ha puntato sulla qualità e ha preteso delle “prime scelte” in ogni campo, non si è partiti con il pregiudizio che qualunque cosa potesse andar bene per la televisione, ma si è lavorato affinché questo assunto venisse smentito, e così è stato. C’è, a tratti, una perfezione quasi cinematografica in ognuno dei quaranta minuti di ogni episodio di “Medici in prima linea” e tale perfezione è la ragione del suo successo.

Non ci sarebbe stato nessun George Clooney, anzi, non sarebbe servito a nulla il fascino e la bellezza dannata del pediatra Doug Ross se il tutto fosse stato inserito in un contesto sbagliato, perché è stato soprattutto il fatto di essere stato inserito nel giusto luogo a dare respiro e legittimazione al soggetto che grazie quindi all’apporto di attori come Clooney ha potuto diventare ciò che è diventato nel corso degli anni.



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