| L’impegno di Vogue.it contro bulimia e anoressia

L’impegno di Vogue.it contro bulimia e anoressia

Anoressia e bulimia sono due lati della stessa medaglia, così come l’obesità in molti casi. Si tratta delle cosiddette “malattie del benessere”, delle vere e proprie patologie che colpiscono una società che ormai è abituata ad avere tutto, anzi fin troppo.

Dopo aver accettato che i disturbi alimentari costituiscono comunque un chiaro sintomo di disagio è opportuno cercare di combatterli con tutti i mezzi possibili.

Vogue contro i siti pro anoressia e bulimia

Vogue contro i siti pro anoressia e bulimia

Nonostante si sia ormai compresa la gravità di questi fenomeni sul web nascono con enorme rapidità una moltitudine di siti “pro – ana” e “pro – mia” (per i meno esperti si tratta della denominazione comune data dal mondo del web ai siti a favore di anoressia e bulimia). Le iscritte a questi siti sono sempre migliaia, e per la maggior parte si tratta di ragazzine, anzi teenager – ma non solo, con l’ossessione per il peso e l’aspetto fisico.

Il mondo della moda si schiera

La moda è spesso il primo imputato quando si tratta l’argomento anoressia o bulimia. I modelli proposti in passerella o sulle riviste patinate sono molto diversi dalla “normalità”. Ed è anche per questo che proprio il mondo della moda decide di schierarsi.

Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, affronta l’argomento durante un suo discorso tenutosi ad Harvard lo scorso 2 aprile. La moda deve impegnarsi in prima persona per combattere un male spesso causato dalla solitudine, dallo stress, dalle incomprensioni tra genitori e figli. Secondo lei è necessario che i giovani comprendano che un corpo perfetto non funziona da corazza, non servirà a superare le difficoltà che la vita ci presenta ogni giorno, anzi l’effetto ottenuto sarà l’opposto: comportamenti autolesionistici e distruttivi verso la propria persona non potrà far altro che rendere più fragili di fronte al mondo.

L’iniziativa di Vogue

Le parole di Franca Sozzani sono assolutamente giuste, ci sarebbe solo piaciuto un breve accenno anche alle colpe che, inevitabilmente, ha il mondo della moda. Che propone appunto modelli decisamente assurdi di bellezza, spingendo i più fragili verso canoni che difficilmente vanno di pari passo con la salute fisica.

Nonostante tutto l’iniziativa proposta da Vogue è importante e degna di diffusione. Si tratta di un’iniziativa concreta che cerca di eliminare il più possibile il diffondersi di questo fenomeno mediatico.

L’iniziativa proposta in questi giorni, che segue una petizione contro i siti pro ana e pro mia  che ha raccolto più di 100 mila firme, consiste nel pubblicizzare sul proprio spazio web qualsiasi sito o blog che invita alla discussione sui disturbi alimentari. L’intento è quello di cercare di dirottare l’interesse di chi frequenta siti pro, spesso deleteri, verso siti più sani, dove si discute del problema e non si affonda nel proprio dolore, convinti che si tratti di forza di volontà.

Nello specifico il sito di Vogue vuole diventare un vero e proprio network in grado di creare uno spazio aperto al dialogo tra persone che parlano lo stesso linguaggio, in modo tale da potersi confrontare e consigliare, ma soprattutto trovare conforto e aiuto.

Come aderire all’iniziativa di Vogue.it

Aderire all’iniziativa del sito di Vogue è semplice, basterà inserire tra i commenti al link seguente il proprio nome, cognome, città e lo spazio virtuale di riferimento dove discutere di disturbi alimentari, inoltre consigliamo di aggiungere una breve presentazione al vostro sito o blog.

Nella speranza che questa iniziativa abbia il successo sperato da Vogue vi lasciamo il link di riferimento:

http://www.vogue.it/magazine/your-blog-against-ana-and-mia/2012/04/your-blogs-against-ana-and-mia

L’iniziativa è importante e purtroppo se ne parla sempre troppo poco, o spesso il problema viene affrontato negli spazi sbagliate e con il linguaggio sbagliato. Speriamo davvero che l’iniziativa di Vogue abbia un buon ritorno, e che soprattutto sia utile per chi in questo momento si trova alla deriva anche nel mare di informazioni, spesso distorte, proposte da quell’oceano in piena che è internet.



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