| “Quasi amici”. Un bel film da vedere

“Quasi amici”. Un bel film da vedere

La notizia che il film “Quasi amici” di Eric Toledano e Olivier Nakache abbia sbancato al botteghino qui in Italia pare colga un po’ tutti impreparati. Si tratta del film francese più visto in assoluto, prima di lui solo Luc Besson con “Quinto elemento” aveva creato un precedente.

A noi sembra più che altro strano così tanto stupore, si tratta infatti di un film molto garbato (anzi potremmo dire molto “francese”) che affronta un tema importante come quello della disabilità con il giusto grado di ironia, perché è così che va affrontato questo problema, in modo tale da non farlo più vivere come un problema.

Quindi per una volta non dovremmo stupirci dell’intelligenza degli italiani nella scelta di cosa vedere al cinema. Certo pare strano che una nazione abbia deciso di far salire gli incassi di un film francese piacevole e garbato piuttosto che premiare il cinema made in Italy, spesso volgare e adatto ad un pubblico di lobotomizzati (ovviamente ci stiamo riferendo ai cine – panettoni che qualche mese fa avevano destato lo stupore della stampa e della tv per il calo a picco delle presenze nelle sale). “Quasi amici” riesce a battere anche l’ultimo film di Carlo Verdone “Posti in piedi in Paradiso”, chiediamoci perché.

L’ironia di una storia vera

La commedia interpretata da François Cluzet e Omar Sy, e distribuita da Medusa Film, è quindi entrata nella storia del cinema italiano. Almeno dal punto di vista del box office.

Quasi amici sbanca ai botteghini in Italia

Quasi amici sbanca ai botteghini in Italia

In questa pellicola, stranamente, non ci sono storie d’amore, non c’è del sesso (si c’è qualche accenno a zone erogene come le orecchie, ma non molto di più), non c’è violenza, non ci sono picchi di adrenalina (se non qualche corsa in macchina). Ma nonostante tutto ciò questo film sta spopolando ovunque. Ma allora qual è la storia che riesce ad incollare alla poltrona del cinema così tanti italiani, e non solo? Si parla di un tema scomodo come l’handicap. Uno dei due protagonisti è Philippe (interpretato da Francois Cluzet), è un nobile aristocratico francese, costretto sulla sedia a rotelle, bloccato dal collo in giù, a causa di un incidente in deltaplano che lo ha purtroppo paralizzato. A causa della sua disabilità ha bisogno di trovare qualcuno in grado di accudirlo: deve essere una persona a metà tra un badante e un fisioterapista. Il nuovo assistente personale viene selezionato all’interno del ricco palazzo parigino, dove non mancano mobili d’epoca e opere d’arte.

Gli aspiranti al posto di nuovo assistente personale sono molti, tutti altamente qualificati. Nel mucchio in attesa si presenta anche Driss (Interpretato da Omar Sy). Si distingue subito dall’enorme numero di aspiranti sia per aspetto che per modi di fare “un po’ particolari”. Il giovane è di origine magrebina, a casa lo aspetta una famiglia complicata, abita in una banlieu, e ha qualche precedente penale. Driss si presenta al colloquio per ottenere il rinnovo del sussidio, niente di più.

Sono bastati pochi minuti, e poche parole, per far decidere Philippe: lui ha scelto proprio Driss, questo particolare personaggio come suo futuro assistente. Gli offre un mese di prova, ma dopo poco scatta un vero e proprio colpo di fulmine fra i due: sono personaggi agli antipodi ma si trovano subito, sono complici in tutto e la disabilità di Philippe e come se non esistesse più.

Lo scambio fra i due è mutuo, come una spugna assorbono uno dall’altro le proprie differenze, e si arricchiscono entrambi. Philippe rinasce, ricomincia a vivere e Driss capisce che può essere molto di più di quello che credeva.

L’amicizia. Il motore di questa storia

L’amicizia è il filo conduttore di questo film, amicizia che non sarebbe mai nata se da una parte non ci fosse stata una disabilità e dall’altra un disagio sociale. Ma poi i sentimenti diventano veri, diventa una storia di umanità che fa bene al cuore.

Una favola moderna dove i due protagonisti riescono ad avere una seconda possibilità nella vita e la sfruttano. Philippe e Driss durante il film crescono e imparano a completarsi.

E’ una bella storia, e ne dovremmo vedere di più di storie così sul grande schermo. Si alternano risate e lacrime, un po’ come capita davvero nella vita. Una storia incredibilmente speciale ma incredibilmente vera.

Gli italiani si sono stupiti così tanto di questo film che si è ventilato addirittura un remake italiano. E’ davvero necessario? Non ci basta prendere atto che si tratti di un bel film e basta, senza cercare di scimmiottarlo malamente? Speriamo davvero si tratti solo di rumors senza basi fondate. Per il resto possiamo solo consigliarvi di andare al cinema a vedere questo film se non lo avete ancora fatto. Come avrete già intuito ne vale proprio la pena.



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